Quando parliamo di coibentazione, una breve introduzione tecnica aiuta a capire le problematiche, i termini e le caratteristiche dei materiali isolanti. Per non allungare di più questo post, ho scritto un articolo a parte con queste nozioni. Se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di dargli un’occhiata. Qui di seguito descrivo nel dettaglio la coibentazione del mio furgone camper, basata su tre strati differenti, più qualche trucco che permette di controllare più facilmente la temperatura interna. Vi spiego perché ho scelto di farla così e perché secondo me è il miglior modo possibile.
Voglio che sia chiaro fin da adesso che la maggioranza dei furgoni camper usa solo uno strato di isolante, compensando le perdite / ingressi di calore con un buon riscaldamento / aria condizionata. Io però volevo una coibentazione che mi permettesse di sperimentare soluzioni di riscaldamento e aria condizionata a bassa potenza e basso consumo. Uno dei miei obbiettivi è quello di ottenere il santo graal di tutti i camperisti: un riscaldamento con accumulo di calore e rilascio silenzioso, a bassa potenza, durante la notte e l’aria condizionata stazionaria, con motore spento e senza connessione alla rete elettrica. Obbiettivi difficili da raggiungere senza una coibentazione molto buona, con più strati. Il vantaggio di un isolamento termico più spesso è che si ottiene anche un buon isolamento acustico, e in un furgone dove dormi, vivi e lavori tutti i giorni, è fondamentale.
In generale quando si coibenta un furgone bisogna risolvere 3 problemi.
Il primo problema si risolve utilizzando materiali isolanti non rigidi, flessibili, che si possano adattare alla forma delle pareti e delle piccole irregolarità. Il secondo utilizzando materiali isolanti con lambda molto basso, per ottenere un buon isolamento con uno spessore ridotto. Il terzo mettendo uno strato che tagli tutti (o quasi tutti) quei ponti termici. Ma andiamo con ordine.
Per l’isolamento primario, con funzione di barriera al vapore, fondamentalmente c’è solo un’opzione valida e comoda da applicare: la gomma elastomerica adesiva.
Si vende con il nome KAIFLEX EF o ARMADUCT / ARMAFLEX. E’ un materiale spugnoso nero disponibile in vari spessori, si vende a rotoli. Isola molto bene (lambda = 0,038 a 20ºC), è impermeabile all’acqua, è resistente perfino alle muffe e poiché un lato è adesivo è facile da incollare alla carrozzeria.
In Spagna i prezzi migliori li ho trovati nel negozio online di Uro-Camper una ditta di Siviglia con molta esperienza nel campo dell’isolamento di furgoni e veicoli 4×4. Ho imparato molto su come isolare un furgone camper leggendo i loro articoli pubblicati nel forum “furgovw”.
Al posto del Kaiflex si può usare lana di vetro o di roccia, ma questi materiali hanno un problema. Quando li tagli per installarli liberano piccole particelle irritanti per la pelle e potenzialmente pericolose per la salute se le respiriamo (soprattutto la lana di vetro), per cui bisogna fare più attenzione. In realtà, in un furgone anche le vibrazioni durante il viaggio degradano il materiale e facilitano la produzione di tali particelle. La lana di roccia inoltre tende a degradare il suo rendimento col tempo e non è del tutto impermeabile all’acqua.
Un’opzione simile ma molto più salutare sono i pannelli in fibra tessile riciclata (qui in Spagna la marca più diffusa è “GEOPANNEL”). Non liberano particelle tossiche, sono ottimi isolanti termici e acustici, e hanno un impatto ambientale ridotto. Il problema è che non sono totalmente impermeabili, e raccolgono l’acqua di condensa dal basso verso l’alto per capillarità. Senza uno strato di alluminio non sono una buona barriera al vapore.
La morale del racconto è: se potete scegliere, meglio utilizzare come primo strato il Kaiflex.
Ho fatto la stessa cosa con il portellone laterale e la porta posteriore.
Come si può evincere dall’ultima foto, i nervi principali sono abbastanza grandi, sporgono 3-5 centimetri dal kaiflex. Spesso nei furgoni camper si sfrutta questo spazio per dare qualche centimetro addizionale a un letto trasversale. Nel mio caso, poiché la larghezza interna della mia Fiat Ducato è già 186cm – sufficienti per mettere un letto trasversale – ho deciso di sfruttare ogni centimetro per isolare nel miglior modo possibile la zona di carico.
Al primo strato ho quindi aggiunto dei pannelli di XPS (polistireno estruso) da 30mm e 40mm per fare più o meno pari con i nervi stessi. Anche se il kaiflex cede un po’ con la pressione, di solito i pannelli non rimangono perfettamente a contatto con quest’ultimo perché sono rigidi, ma questo non è un problema. Il primo strato di 2 cm è sufficiente per evitare la formazione di condensa sulla sua superficie, e la piccola quantità d’aria che possa rimanere intrappolata tra i due strati non costituisce un rischio in tal senso.
Nello spazio tra i pannelli e i nervi e dentro ai nervi stessi ho applicato della schiuma di poliuretano a espansione lenta e celle piccole. Si vende in bombolette. L’obbiettivo, come abbiamo visto nel precedente post tecnico, e quello di non permettere all’aria interna di arrivare a toccare la carrozzeria fredda in nessun punto, riempiendo anche tutti gli spazi dove potrebbe formarsi una camera d’aria. Se volete usare dei tubi corrugati per passare i cavi del vostro impianto elettrico, posizionati dentro ai nervi in modo strategico a seconda della vostra distribuzione, è una buona idea farlo prima di proiettare la schiuma. Dopo sarebbe molto difficile farlo.
Il polistirolo estruso è un isolante molto buono, di fatto isola più del Kaiflex (lambda = 0,034), ma è rigido. In realtà questa è una delle sue qualità, sopporta abbastanza bene la compressione anche se è un materiale molto leggero. La sua leggerezza è un altro punto a favore quando si tratta di coibentare un furgone, dove ogni chilo conta.
Per il secondo strato, un’alternativa ecologica e con migliore resa in termini di isolamento acustico possono essere i pannelli in fibra tessile di cui sopra. Rimane il problema dell’assorbimento dell’umidità, e della possibile formazione di ossido nei punti di contatto con la carrozzeria. L’XPS è totalmente impermeabile e non assorbe niente. Sinceramente mi sento più tranquillo con quest’ultimo, ma se i lavori vengono fatti bene e viene sigillato tutto con il terzo strato, il geopannel può essere una buona opzione.
La schiuma di poliuretano in teoria è un altro isolante ottimo, con valore lambda praticamente uguale a quello dell’aria e con capacità di espandersi e riempire tutti i buchi, ma ha un problema grave: il comportamento in caso di incendio. Il poliuretano si infiamma facilmente, propaga le fiamme, arriva rapidamente a temperature molto alte e durante il processo libera fumi altamente tossici e opachi, cosa non esattamente raccomandabile in uno spazio piccolo come un furgone. Oltre a questo, la schiuma tende con il tempo e degradare le sue prestazioni e perdere la sua funzione di barriera al vapore.
In un furgone è conveniente utilizzarlo nei buchi inaccessibili dove è impossibile utilizzare un materiale diverso, come ad esempio dentro ai nervi o intorno ad essi. Nel mio furgone tutti i nervi sono pieni di schiuma di poliuretano, ma non baserei mai tutta la coibentazione su questo materiale.
Occhio quando la applicate perché si espande molto ed è facile esagerare. Di fatto, dipendendo dal tipo di schiuma, se non le lasciate spazio per espandersi può arrivare a deformare la carrozzeria esterna! Un modo di evitarlo è applicarla in 2 tempi, in piccole quantità, aspettando che si espanda completamente prima di applicarla nei buchi che sono rimasti da riempire.
Questo è ciò che succede se mettete troppa schiuma dentro a un nervo della carrozzeria:
Un’invasione di vermi poliuretanici. 🙂
Se mettiamo un profilo quadrato di acciaio a contatto con una lamiera fredda da un lato, in poco tempo noteremo come tutti i suoi lati siano diventati freddi. Questo succede perché, come abbiamo visto, i metalli conducono molto bene il calore (l’acciaio ha un valore lambda = 16 – molto meno dell’alluminio ma molto di più di qualunque materiale isolante). In poco tempo il calore dei 3 lati liberi percorre l’acciaio e scappa attraverso il lato a contatto con la lamiera fredda.
Può sembrare un controsenso il fatto che questo succeda anche se riempiamo il profilo con un materiale super isolante. Succede perché il calore ha due sentieri possibili per arrivare al lato freddo: attraversare tutto l’isolamento tra lati opposti o, molto più facilmente, passare dentro dell’acciaio stesso delle pareti del profilo, circumnavigando l’isolante. Il vero problema è che i 4 lati sono collegati tra loro, di modo che indipendentemente da quello che uno metta nel mezzo, il calore avrà sempre un percorso facile per scappare. Siamo in presenza di un “ponte termico” tra lati opposti.
Questo succede in tutti i profili della carrozzeria di un furgone: non importa quanto efficacemente isoliamo gli spazi nel mezzo o la quantità di schiuma di poliuretano che applichiamo al loro interno, la parte del nervo rivolta verso l’interno avrà quasi sempre la stessa temperatura che troviamo all’esterno del furgone.
Questo si può risolvere coprendo tutte le pareti, nervi inclusi, con un ulteriore strato di materiale isolante, creando una superficie uniforme, senza tagli. E ovvio che i nervi saranno sempre la parte meno coibentata del furgone, ma limitiamo molto il problema, rompendo quasi tutti i ponti termici. L’area di contatto è piccola, se rallentiamo sufficientemente la fuga di calore riusciremo a mantenerlo quasi tutto dentro al furgone.
Io per il terzo strato ho utilizzato Kaiflex di 10mm.
La aste di legno che potete vedere nella foto sono avvitate direttamente ai nervi e servono per ancorare i mobili e i pannelli di multistrato di 4 millimetri che constituiranno lo strato finale del tetto e delle pareti.
Il terzo strato serve anche a nascondere i materiali più infiammabili (schiuma di poliuretano e XPS) dietro a uno che si auto-estingue come il Kaiflex. Questo da un margine in più di sicurezza nel caso in cui le cose si mettano davvero male.
Come ho scritto nel precedente post tecnico, gli isolanti riflessivi in alluminio hanno bisogno di una camera d’aria davanti per funzionare al meglio (riflettendo efficacemente il calore trasmesso per radiazione), cosa che in un furgone è quasi impossibile da realizzare. Se vengono usati come isolante di contatto, perdono gran parte del loro potere isolante. Personalmente non li consiglio.
Il pavimento del mio furgonato ha avuto una storia molto turbolenta, qui vi riassumerò semplicemente i consigli su come isolarlo. In un altro post vi parlerò del pavimento radiante che ha avuto il mio camper per qualche mese e che sfortunatamente, come già sapete, ho dovuto lasciare inutilizzato.
Per il primo strato del pavimento ci sono 2 possibilità. La più semplice è applicare Kaiflex da 10mm. Come potete vedere nell’ultima foto il pavimento della Ducato (e in generale di tutti i furgoni da carico) non è piano. Il Kaiflex, essendo flessibile, si adatta a queste irregolarità e quando ci appoggiamo sopra un pannello pesante si schiaccia senza lasciare spazi per l’aria. Perfetto.
Mi raccomando, se decidete di usare il Kaiflex, non usate quello da 20mm. Io ho fatto male i calcoli, avevo finito quello da 10mm e mi rimaneva solo un rotolo da 20mm, quindi decisi di usarlo per il pavimento. Dovetti toglierlo tutto quando mi resi conto che il pavimento era diventato troppo “spugnoso” ed elastico, e questo avrebbe reso quasi impossibile sigillare i bordi della cabina doccia che avevo previsto nella prima versione del nostro Bicho. Il sigillante è un po’ elastico, ma non così tanto. Non potete immaginate il casino che è togliere il Kaiflex incollato. Non fatelo!
La seconda possibilità è usare aste di XPS rinforzato (ricoperto da una rete di resina di polimeri) di 6mm tagliato su misura per riempire tutte le irregolarità del pavimento e ottenere così un pavimento piano. Il vantaggio è che il pavimento così è più stabile a livello di compressione, lo svantaggio è che rimangono piccoli buchi dove può entrare l’aria ed è un lavoraccio. Io quando dovetti rifare il pavimento lo feci così, forse se tornassi indietro metterei semplicemente uno strato di Kaiflex di 10mm.
L’XPS rinforzato e in generale l’XPS di 6mm, 10mm e 20mm di spessore non è facile da trovare in Spagna, o almeno io non sono riuscito a trovare un fornitore. Alla fine l’ho ordinato da un negozio inglese su eBay, The Underfloor Heating Store. Hanno pannelli di XPS di tutti i tipi e spessori.
Il secondo strato è opzionale, e potete già immaginare cos’è: pannelli di XPS. Potete usare spessore che volete, dipendendo anche dall’altezza interna del vostro furgone. Io ho usato pannelli da 40mm perché in inverno il pavimento è la parte più fredda del furgone. C’è un’altro vantaggio nell’avere un pavimento più spesso: si può incassare al suo interno il piatto della doccia, vedrete presto come…
Per il terzo strato la cosa migliore è utilizzare pannelli di multistrato di buona qualità. Se avete del multistrato fenolico di betulla (il più resistente e il più caro), questo è un buon momento di usarlo. Per i mobili non lo consiglio, è troppo pesante, ma per il pavimento credo che non ci sia niente di meglio. Io ho utilizzato multistrato di pioppo, più economico.
Potete utilizzare pannelli multistrato da 15mm con finitura legno incollati tra loro o con un piccolo profilo di plastica o alluminio a coprire le linee di giunzione, o ancora meglio coprire tutto con un vinilo con una finitura che vi piaccia. Un’altra possibilità è quella di utilizzare pannelli meno spessi (7mm o 10mm) e incollare sopra le assi di un pavimento vinilico di 5mm di spessore come il Tarkett. Io l’ho fatto così, e questo è il risultato finale:
Ho coibentato il tetto con due strati di Kaiflex da 20mm (40mm in totale) per comodità, ma potete decidere di farlo multistrato come per le pareti, usando XPS, se avete una H3 e volete coibentarlo meglio. Alla fine le regole sono sempre le stesse: non lasciare buchi né camere d’aria a contatto con la lamiera della carrozzeria, tagliare i ponti termici.
Una tenda molto spessa (che non lasci passare la luce) o meglio ancora fatta con materiale isolante o riflessivo, messa tra la cabina e la zona di carico, fa molta differenza. La cabina rimane la parte peggio coibentata di tutto il furgone, più riuscite a separarla dalla zona camper meglio è. In generale, anche separare la zona notte dal resto del furgone rende più facile mantenerla calda: meno metri cubi ci sono, più il nostro calore corporeo rimarrà vicino. Per un furgonato senza riscaldamento, racchiudere il letto tra tende pesanti (come si faceva una volta), usare un buon sacco a pelo e/o borse d’acqua calda vi possono aiutare a superare qualche giorno al freddo.
Come abbiamo già visto, gli oblò e le finestre sono un vero incubo quando si tratta di coibentare uno spazio piccolo come un furgone. Per ridurre le perdite in inverno una cosa che si può fare è mettere un pannello isolante XPS dentro al telaio della finestra/oblò, rifinito con uno strato di allumio che metteremo rivolto verso l’interno, per riflettere parte del calore e non lasciarlo uscire.
In estate, la soluzione migliore è quella di mettere una coperta riflettente esterna, in modo che la radiazione solare non possa arrivare neanche al vetro. Noi abbiamo montato questa, prodotta dalla ditta italiana Larcos. Si mette sopra all’oblò e si aggancia con due bande elastiche. Per viaggiare in condizioni di vento forte è consigliabile toglierla, ma quando uno è fermo o viaggia a velocità basse, è un vero toccasana.
I parasole interni sono un’altra opzione ma meno efficace (perché il vetro stesso e lo strato d’aria subito sotto finiscono per scaldarsi), e per fare in modo che funzionino bene bisogna metterli il più vicino possibile al cristallo. Attenzione: quelli interni non si possono utilizzare con finestre di plastica con doppio vetro, a meno che non sia oscurato, perché il calore sviluppato finirebbe per deformarle. Non usate un parasole interno con gli oblò trasparenti, o finirete per danneggiarli.
Nelle nostre finestre posteriori, che sono oscurate, usiamo dei rettangoli di Kaiflex con un lato di alluminio (si, lo vendono anche con un lato riflettente), tagliati su misura per evitare che entri dentro il sole nelle giornate calde e per nascondere l’interno da occhi indiscreti quando siamo in modo “stealth” in luoghi molto trafficati.
Come probabilmente sapete già, il nostro furgone ha 960W di pannelli solari (3 pannelli da 60 celle). Il vantaggio di montarli su un portapacchi, oltre a migliorare la loro ventilazione e quindi il loro rendimento, è che i pannelli stessi fanno ombra. In estate il tetto, poiché non riceve direttamente la radiazione solare, si raffredda più velocemente. In inverno tra tetto e pannelli si crea un cuscino di aria calda, che aiuta a non disperdere il calore del riscaldamento. Inoltre quando piove possiamo aprire il nostro piccolo portello da barca posizionato subito dietro la cabina sotto al primo pannello e, insieme alle finestre posteriori a compasso, possiamo ventilare il furgone senza che entri acqua.
Decathlon vende un telone-riparo multifunzione chiamato “TARP” di quasi 3 x 3 metri a 35 euro fatto con un tessuto plastico che non lascia passare la radiazione solare. Oltre a poterlo utilizzare come tendalino “stealth” rimovibile (incollando una guida sul tetto), con l’aiuto di 6 anelli (3 sul portapacchi e 3 nella parte bassa della scocca) è possibile utilizzarlo per mantenere all’ombra un lato intero di un furgone L2H2 (il lato esposto al sole) riducendo così il carico dell’aria condizionata in estate, quando siamo fermi in un’area camper o un camping.
La ventilazione in un furgone è più importante che in una casa. Il suo volume ridotto fa sì che la percentuale di umidità interna cresca molto facilmente, anche solo con la semplice respirazione e traspirazione dei suoi occupanti, senza parlare di cucinare o farsi la doccia. Più umidità significa più possibilità di condensa, muffe e in generale di creare un ambiente poco salubre. Un tasso di umidità salubre oscilla quasi sempre tra il 30% e il 60%, potete misurarlo con termometri-igrometri economici che trovate su eBay, Amazon e Aliexpress.
Anche la quantità di ossigeno è importante, l’aria con troppa C02 e poco ossigeno da sonnolenza, riduce la produttivita e può diventare pericolosa per la salute.
Per fare in modo che l’umidità non superi quel 60% (eccetto quando l’umidità esterna è superiore, ovviamente) e si mantenga salubre, la cosa più importante è assicurare una buona ventilazione. Oltre ad aprire finestre e oblò, sopra al piano cottura è meglio montare un estrattore con ventilazione forzata, e se avete una cabina doccia è una buona idea montare al suo interno un piccolo oblò o un aeratore che tiri fuori tutto il vapore. L’estrattore vi aiuterà anche a dormire senza respirare pesce fritto o cavolo lombardo tutta la notte. 🙂
Se coibentate bene il furgone, al punto da renderlo quasi ermetico come il mio, è una buona idea installare un piccolo aeratore con un ventilatore ultra silenzioso di pochi giri/minuto che crei un flusso debole ma costante di aria dall’interno verso l’esterno, sempre acceso. L’aria entrerà comunque attraverso la rete di ventilazione del gas o le fessure nei telai delle porte. Se avete un mobile con un frigo come me, è una buona idea metterlo lì dentro per fare in modo che il radiatore posteriore del frigo si mantenga più freddo. Il compressore si accenderà meno spesso e risparmierete così anche elettricità.
Io lo feci così, con un ventilatore ultra low noise per computer, che consuma meno di un watt, montato sotto a un piccolo aeratore stagno Vetus sul tetto. La differenza si nota, e non molesta quando è l’ora di andare a letto.
Questa coibentazione ci ha permesso di mantenere 10 gradi di differenza tra la temperatura esterna e quella interna, dopo una notte intera con 0ºC fuori, semplicemente con il calore corporeo mio e della mia ragazza (equivalente a 200-300W), senza nessun tipo di riscaldamento. Accendendo il riscaldamento, con 600W termici riusciamo a riscaldare tutto il furgone con temperature esterne sotto zero. Anche l’isolamento acustico è molto buono, e ciò è utilissimo quando lavori tutti i giorni dentro al furgone.
Se riesco a trovare qualcuno disposto a montare il compressore di un sistema di aria condizionata a basso consumo sotto al furgone, vi dirò anche come si comporta in quel caso. Per ora in realtà non abbiamo patito molto il caldo, normalmente è sufficiente garantire una ventilazione adeguata aprendo finestre e oblò. E se fuori ci sono 40 gradi, ci spostiamo verso nord. 🙂
Questo è tutto! Nel prossimi episodi parleremo della distribuzione finale del nostro furgone camper, di pannelli solari, batterie, sistemi di riscaldamento e molto di più. Se non vuoi perderteli, seguici su Facebook e Instagram!
suppongo da come scrivi che tu abbia una manualità non indifferente. Complimenti articolo veramente esaustivo.
Grazie Vladimiro! In realtà sono una frana! ? Il lavoro l’hanno fatto due allestitori sotto mie direttive. Mi ritengo una persona curiosa, mi piace studiare, capire e progettare…ma non mi fido delle mie mani. Forse adesso, dopo aver visto professionisti all’opera, potrei provarci.
Ottimo articolo, interessante, esaustivo dal lato tecnico semplice e piacevole da leggere!
Grazie mille Marco!
Complimenti, la tua curiosità ha fatto in modo di avere questi ottimi risultati. Mi sono sempre chiesto sotto i mobili dei furgoni camperizzato quanto è come siano isolati… Sicuramente molto meno del tuo. Complimenti.
PS. Eventualmente si può avere il contatto di chi ti ha fatto il lavoro. Grazie
Grazie Gian Paolo! Certo, l’allestitore è spagnolo, si chiama CamperCas, è uno dei migliori di qua. In realtà l’isolamento l’ha montato un altro allestitore che poi ha chiuso lasciandomi abbastanza nella m… se sei curioso ne parlo nel post Un parto con complicazioni
Finalmente un tutorial ben fatto sulla coibentazione di un furgone. Seguirò i tuoi consigli. Grazie x il lavoro di condivisione che hai fatto. Ciao maxx
Grazie a te Massimo!
Credo sia un lavoro ben fatto… anch’io sto per camperizzare un fiat ducato l2 h2…. a distanza di un po di tempo come consideri la coibentazione che hai realizzato? Ti senti ancora di consigliarla? Grazie in anticipo per la risposta
Grazie Sandro. Si, la consiglio al 100%. Nessuno problema di condensa o muffe, e dopo 3 anni di viaggio funziona bene come il primo giorno (non degrada). Sono soddisfatto.
Ah bene sono contento…. un ultima info… i pannelli xps come li hanno “incollati” sul kaiflex ?
Forse con la schiuma ?
Grazie
Si, una volta messa la schiuma intorno i pannelli XPS finiscono “incastrati” e rimangono dove sono. Ho messo anche spessori diversi a seconda della profondità del buco (più spessi in basso, meno in alto) per arrivare il più possibile a filo con la carrozzeria, per cui lo strato finale di kaiflex crea un sandwich più o meno perfetto senza aria nel mezzo.
Grazie delle preziose info
Ciao, vista la buona resistenza termica Kaiflex (lambda = 0,038) e la facilità di posa secondo te non è possibile utilizzare solo questo in più strati per isolare efficacemente?
Per quanto riguarda le nervature strutturali, pensavo che invece di usare la schiuma di poliuretano vorrei usare fibra di poliestere avendo cura di chiudere poi tutti i fori di inserimento con nastro di alluminio.
Poi ricoprendo tutto con Kaiflex da 10 mm dovrei ottenere un buon risultato.
Cosa ne pensi?
Grazie.
Ciao Vololeggero, scusa per il ritardo nella risposta. Un problema di usare solo kaiflex è il prezzo. È un materiale caro, soprattutto se di spessore grosso. Ho paura anche che usare solo kaiflex renderebbe le pareti troppo “spugnose”, dando poi problemi al momento di sigillare i pannelli che lo vanno a coprire. Per le nervature puoi usare anche la fibra di poliester, anche se l’inserimento della stessa al loro interno non sarà semplice. Il vantaggio della schiuma è che, espandendosi, non lascia camere d’aria o passaggi che permettano all’umidità di consensarsi all’interno della nervatura.
Bellissimo articolo, pieno di integrazioni per l’idea che mi ero fatto di come coibentare il Daily che ho recuperato.
Domanda : io voglio usare dei pannelli di sughero da 2cm (hermal conductivity: λ = 0,049 W/mK) che ho anche applicato sulle pareti della camer e che amo, pero’ vorrei metterlo come secondo strato, lasciando magari un paio di cm in mezzo. cosa potrei mettere come base attaccata alla scocca della macchina?
secondo me con uno strato impermeabile-coibentante + aria + sughero + rivestimento interno, dovrei avere risultati molto soddisfacenti…
Grazie in anticipo
Ciao Matteo, io come primo strato ti consiglio il kaiflex/armaflex o analogo materiale adesivo, per eliminare qualunque possibilità che la condensa possa arrivare a toccare la scocca. Non sono un fautore delle camere d’aria in un ambiente con le pareti curve e nervature varie come un furgone, perché credo che la messa a punto non sia facile e il rischio di creare una borsa d’aria dove si accumula l’umidità (con se conseguenze che comporta) è alto, ma non sono comunque un esperto in materia. Il sughero è un ottimo isolante naturale rinnovabile, anche se caro. Se realizzi la camera d’aria, puoi usare anche un materiale riflettente multistrato (con lati in alluminio) per implementare un isolamento “radiativo”. Io comunque ti consiglio di riempire quello spazio che lasceresti per la camera d’aria con materiale altamente isolante. La perdita di isolamento rispetto all’aria è minimo, ma ti levi diversi mal di testa.
Bell’articolo: sarà la mia guida sul Peugeot L4H3 che sto acquistando.
Grazie ??
Grazie a te Raffaele!
Ho letto che di Armaflex esistono diversi tipi: ace, Xc e af
Cononosci le differenze? Cosa consigli?
Non so dirti le differenze, ma credo che nelle camperizzazioni si utilizzi l’AF. In generale hai bisogno di un prodotto venduto a rotoli e con un lato adesivo.
Quesito:
La mia intenzione è di fare un doppio pavimento sul Ducato H3, e sfruttare i vani creati per impianto elettrico e stivaggio (h 15cm). È una idea strampalata? Se no, che coibentazione ritieni più efficace?
Ciao Dario, 15 centimetri non sono pochi… penso che tutto sta nell’uso che riesci a farne, se riesci a sfruttare bene lo spazio. L’aria è un’ottimo isolante, quindi un’intercapedine così grande sicuramente ti aiuta, anche se mi preoccuperei di mettere sulla carrozzeria una barriera al vapore efficace per evitare la condensazione (calcola che l’umidità troverà sempre la strada per entrare nell’intercapedine e senza una barriera al vapore efficace avresti tutto il pavimento bagnato e con problemi di ossidazione e muffe). De vi stare attento anche a non creare ponti termici tra il pavimento che calpesti e il resto della carrozzeria, o l’efficacia dell’isolamento ne risentirebbe.
Grazie mille per il tuo articolo. Sono neofita e sto cominciando a pensare adesso alla camperizzazione del mio Fiat ducato. Mi chiedevo la lamiera del furgone non é già sufficiente come barriera al vapore esterna?
Comprendo la barriera al vapore interna perché respiriamo cuciniamo ecc.. ma esterna non basta la lamiera del furgone?
Inoltre attaccandola direttamente alla lamiera senza strati d’aria o altro materiale intermedio la temperatura della lamiera non viene trasmessa per conduzione al Kaiflex?
Grazie e perdona in anticipo la mia ignoranza 🙂
Melanie
Ciao Melanie, grazie a te per chiedere! Fuori non si mette niente, solo dentro. La barriera al vapore è una cosa interna, per evitare che l’umidità interna si condensi al contatto con una superficie fredda (e che disperde il calore velocemente) come la carrozzeria del furgone.
Ciao complimenti per l’articolo!
Vorrei sapere se dopo il secondo strato di kaiflex lei non ricopre con pannelli, perline o altro. Ho visto solo che ricopre i passaruota con simil pelle .
Quello che voglio capire e se questi il secondo strato di kaiflex sopra l’XPS lo mette al posto dell’eventuale legno o se lo consiglia anche se lo si vuole rivestire col legno.
Grazie mille
Ciao Giorgia, grazie! Come puoi vedere dalle foto del furgone finito, io ho coperto tutto il secondo strato di kaiflex con pannelli di legno multistrato sottili (4-5mm), che mi fanno da parete. Il kaiflex alla vista è meglio non lasciarlo (se non in zone limitate) perché si rompe e si taglia facilmente.
Complimenti, bellissimo blog (illuminante) e non è nemmeno da tutti condividere.
Se posso ti sottopongo il mio problema….sto per acquistare a prezzo di favore un fugorncino per trasporto persone (12 se non erro), con l’idea di camperizzarlo. Il problema è che tutte le “pareti” hanno le “finestre”…
Per coibentare pensavo di oscure le finestre che non mi servono e procedere come indicato da te (come se fosse lamiera). Poi però mi viene da pensare ” e se si rompe un vetro?”; “se una qualche guarnizione perde e non me ne accorgo?”;…….
Cosa consigli?
Grazie mille
Davide
Ciao Davide, grazie per i complimenti! Nel tuo caso di consiglio di mettere una pellicola di vinile opaca per oscurare la finestra, e non attaccare il kaiflex al cristallo. Puoi attaccarlo al pannello che coprirà la finestra oppure puoi usare direttamente il kaiflex senza adesivo, mantenendolo attaccato per semplice compressione.
Super articolo, complimenti!
Grazie Walter!
scusa dimenticavo un particolare, mi hanno consigliato di mettere un riflettente sopra l’armaflex, un po’ ovunque: pavimento, pareti e soffitto.
Ciao Marco,
i riflettenti secondo me non funzionano bene in un furgone perché hanno bisogno di un’intercapedine d’aria. Se il pannello che li copre rimane completamente in contatto, non serve a molto. Comunque se decidi di metterlo puoi optare anche per il kaiflex rivestito di alluminio (lo vendono anche con un lato riflettente).
Saluti
Ciao Stefen, ottimo articolo, che demolisce ogni dubbio…. ho una domanda…. così, a grandi linee, quanto cm di spessore in totale ha la coibentazione a tre strati che hai fatto? Lo chiedo per capire lo spazio vivibile interno finale, tra doccia e piano cucina o dinette e mobilio….
Grazie e complimenti ancora
Ciao Paolo,
per le pareti contando i buchi tra le nervature della carrozzeria arriviamo a 8 centimetri nella parte bassa, vicino al pavimento. Ma la parte che sporge dalla parete (e che ti toglie spazio per i mobili) è comunque sempre 1,5cm per lato: 1cm kaiflex + 0,5cm di pannello multistrato che copre tutto.
Saluti
Ciao ho un quesito! Ho coibentato il mio van con armaflex ora vorrei chiudere le
Finestre della terza fila..a tuo parere se utilizzassi armaflex direttamente a contatto con vetro (non dalla parte adesiva, la parte adesiva la utilizzerei per attaccarci un pannello interno in legno o pvc) senza usare materiali riflettenti, potrebbe essere una soluzione efficiente? Grazie
Ciao Stefano,
scusami per il ritardo estremo nella risposta…da quando è nata mia figlia praticamente il mondo per me si è fermato (o corre troppo veloce, secondo i punti di vista!). Secondo me può essere una buona soluzione, l’importante è, come hai detto giustamente tu, che non lo metti con il lato adesivo sul vetro. Un saluto
ciao, complimenti per il blog e grazie per le nozioni che ci hai fatto conoscere. ti chiedo una cosa, tu parli di isolamento termico ma per quanto riguarda l’isolamento acustico cosa consigli? forse i materiali che hai usato vanno bene anche per isolare acusticamente il van?
Ciao Mauro,
scusami per il ritardo in questa risposta…si, il kaiflex funziona bene anche come isolante acustico, perché è un materiale elastico che smorza le vibrazioni. Quando entravamo nel furgone e chiudevamo la porta si notava tantissimo la differenza.
Un saluto
Ciao, avrei bisogno di un dritta, la tua è assolutamente la miglior descrizione per coibentazione che io abbia trovato, complimenti.
Mi sfugge solo l’ultimo passaggio, come hai fissato il pannello multistrato che fa da parete? Grazie.
Ciao Samantha,
il pannello è fissato con delle viti ai listoni di legno che fanno da intelaiatura per agganciare anche i mobili. Puoi vederli nella foto del secondo strato con pannelli XPS, rimangono nascosti sotto il terzo strato di kaiflex. Le viti attraversano il kaiflex e si fissano nel listone, e sono nascoste alla vista dove possibile (dentro ai mobili), quelle che rimangono alla vista sono coperte da un tappino di plastica. Anche le viti che fissano i mobili ai listoni aiutano a fissare il multistrato di 5mm delle pareti.
ciao, quello bianco sui passaruota che cosa è ?
Ciao Enrico,
è similpelle attaccato con la colla direttamente al kaiflex. È comodo per coprire forme non regolari come i passaruota (se non li vuoi nascondere dentro a una “scatola” di multistrato).
Ciao, complimenti per questo splendido vademecum da te realizzato.
Sono alle prese con un jumper l3h3.
Come hai isolato l’interno dei montanti dove sono presenti i cavi dei fanali e gli accessi per gli stessi?
Anche per le nervature orizzontali in basso (dove si vedono le clip di fissaggio dei fascioni paraurti esterni) posso usare la schiuma espandente?
Grazie infinite
Alessandro
Ciao Alessandro,
grazie per i complimenti! Per le zone dove è probabile che dovrai metterci mano prima o poi (tipo gli accessi ai fanali) io metto solo kaiflex sulle pareti del buco dove c’è spazio e riesco a metterlo e nient’altro (soprattutto niente di infiammabile). Per tapparlo, puoi anche pensare di ritagliare un pezzo di lamina di plastica (polipropileno) coperto di kaiflex e coprire poi il buco attaccandolo con un velcro adesivo (in modo da poterlo mettere e togliere a piacere). Il discorso dei montanti dove passano i cavi è un bel dilemma. Io li ho riempiti, poi me ne sono pentito perché se devi passare un cavo in più o controllare qualcosa è un problema. Nel nuovo furgone (piccolo, un Ford Transit Custom) che sto iniziando a camperizzare ora sto pensando pure di non usare la schiuma, cercando di infilare la fibra tessile dove posso e lasciando alcuni montanti vuoti ma rigorosamente coperti del tutto da uno strato di kaiflex, senza lasciare nessun accesso per evitare che possa entrarci aria nuova e con essa l’umidità. Se devo accedere a un cavo, togliere un pezzo di kaiflex e rimetterlo dopo è brutto (la colla è molto forte, lascia sempre un residuo) ma fattibile . Se riempi di schiuma è praticamente impossibile.